Tokyo Mew Mew

Un majokko ambientalista

Quando Naoko Takeuchi ha pubblicato negli anni Novanta Sailor Moon probabilmente non immaginava che la sua opera avrebbe segnato l’inizio di una nuova era per i manga majokko. Se fino a poco tempo prima le protagoniste di questo genere a metà fra la commedia romantica e il fantasy erano quasi sempre ragazze col potere di trasformarsi e cambiare identità, con Sailor Moon viene a crearsi un nuovo modello di eroina del fumetto giapponese, una ragazza che usa i propri poteri per un fine superiore alle proprie necessità personali, che combatte contro le forze del male, mettendo tutta se stessa. E’ in pratica una guerriera a tutti gli effetti il cui compito è proteggere la Terra da possibili invasori o distruttori e mantenere la pace, un po’ come un qualunque super-eroe dei fumetti USA.
Questa idea ha così tanto successo che da allora sono state numerose le paladine nate dalla penna di diversi artisti. Belle, sfavillanti, accattivanti, ma allo stesso tempo forti e tenaci, hanno ciascuna il proprio potere, la propria missione da portare a termine ma soprattutto il loro unico e inconfondibile character design che permette a ciascun fan di riconoscerle a colpo d’occhio.
Fra le tante eroine che si sono susseguite fra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila, ha fatto la comparsa anche un gruppo di 5 ragazze il cui compito era proteggere la Terra dagli attacchi degli alieni.
Esatto, sto parlando niente meno che delle Tokyo Mew Mew (in Italia conosciute come Ragazze Mew Mew), un team composto da 5 amiche “brillanti e vincenti”, per citare le parole della sigla italiana, che usando il potere derivato dal DNA di alcuni animali combatteva le forze nemiche.
Ora, detto così, non sembra nulla di eclatante. Quante storie ci verranno in mente, simili a questa? Non a caso all’epoca ci fu chi criticò e stroncò pesantemente l’opera originariamente realizzata da Noriyuki Abe e poi adattata per gli schermi definendola una brutta copia di Sailor Moon che comunque non avrebbe mai potuto raggiungere i suoi livelli di epicità. Ma è davvero così?

Il Progetto Mew
Una delle differenze che certamente rende Tokyo Mew Mew un majokko unico nel suo genere è sicuramente l’origine delle guerriere.
Tutti i majokko più o meno cominciano così: c’è una ragazza qualunque che fa una vita normalissima ed è alle prese coi problemi tipici della sua età che un giorno per caso riceve la visita di una misteriosa creatura parlante che le rivela che è stata scelta per diventare una paladina e che da quel momento in poi, per mezzo del potere che le viene conferito (solitamente con l’ausilio di un oggetto magico), dovrà combattere le forze del male per proteggere il pianeta sul quale vive. Di solito però non è mai da sola, oltre a lei ci sono altri personaggi che combattono al suo fianco e la prima parte della missione prevedrà infatti trovare gli altri componenti della squadra e riunirli, perché solo insieme possono sconfiggere i nemici.
In Tokyo Mew Mew invece abbiamo una prima significativa distinzione. Il potere della trasformazione infatti non viene conferito alle guerriere da un essere sovrannaturale né da un oggetto magico, ma è come se venisse in un certo senso “iniettato” all’interno del corpo delle ragazze, che da quel momento in poi verranno dotate di poteri sovra-umani che permetteranno loro di trasformarsi e combattere. Una cosa un po’ alla Spider-Man, insomma, ma in versione più kawaii.
Questo potere ha di fatto origini naturali e soprattutto terrestri, dato che si ottiene attraverso quella che sembrerebbe un’alterazione del DNA umano che viene incrociato con quello di un animale in via d’estinzione.
La scelta non è causale, perché gli animali in via d’estinzione fanno da richiamo allo spettatore, dato che il tema di fondo di quest’opera sono proprio le problematiche ambientali.
Dunque, rispetto agli altri majokko, sembrerebbe quasi che l’origine del potere di queste eroine sia frutto di alcuni esperimenti di laboratorio, piuttosto che provenienti da un altro mondo do da un’altra realtà.

L’origine del Male
Generalmente i nemici contro cui le paladine combattono sono delle entità malvagie, quasi mai umane e spesso “aliene” che per ragioni che in realtà non sono sempre chiarissime, vogliono conquistare la Terra e sterminare completamente la popolazione umana, dunque il compito delle guerriere, è combattere per impedire che questo accada.
E’ quello che succede anche in Tokyo Mew Mew, dove i nemici delle nostre eroine sono un trio di alieni che ha cominciato a sferrare degli attacchi contro l’umanità servendosi di particolari mostri chiamati Chimera Anima (o semplicemente Chimere nella versione italiana).
Nonostante le apparenze simili però, ci sono delle sottili differenze che vengono spiegate meglio mano a mano che la storia avanza. Gli alieni infatti non vogliono sbarazzarsi degli uomini per semplice egoismo, ma perché reputano che non siano degni di abitare il pianeta Terra che scopriamo in passato apparteneva ad un’altra popolazione, quella da cui i tre nemici discendono e che in seguito fu costretta a lasciare il pianeta e rifugiarsi altrove nello spazio, a causa delle condizioni di vita che erano diventate inadatte alla loro sopravvivenza. Insomma, loro semplicemente desiderano riprendere ciò che sostengono spetti loro di diritto e per far valere la loro ragione fanno leva sul comportamento scellerato degli esseri umani.

La Terra è in pericolo ma chi è la vera minaccia?
Arriviamo dunque al punto in cui finalmente si scopre qual è il messaggio che questo manga si era posto di trasmettere, ovvero denunciare come le cattive azioni messe in atto dagli uomini abbiano finito per deturpare completamente il pianeta Terra, tanto da renderlo ostile a loro stessi.
Le problematiche ambientali infatti vengono nominate di frequente durante tutta l’opera. E’ un continuo scontro fra le nostre eroine che cercano di respingere gli alieni dichiarando che non possono lasciare che gli umani vengano uccisi e i nemici che sottolineano quanto in realtà gli uomini per molti versi abbiano finito per distruggersi con le loro stesse mani.
E qui ci ricolleghiamo alla questione dell’origine del potere delle Mew Mew. Il motivo per cui sono stati scelti proprio degli animali in via d’estinzione non è affatto casuale. Le guerriere infatti in questo modo diventano delle ambasciatrici dei problemi ambientali, dichiarando di usare il potere di quelle creature solo ed esclusivamente a fin di bene, al contrario di quello che spesso fanno molti uomini, col bracconaggio o l’occupazione indiscriminata degli habitat in cui alcuni animali vivono. Perché soltanto unendo le forze è possibile progettare un futuro migliore, che è un po’ quello che le ragazze cercano di far capire ai loro avversari, dato che con l’avanzare degli scontri si viene a costituire un autentico paradosso. Le azioni che gli alieni attuano contro l’umanità in effetti, non fanno altro che peggiorare i danni che la Terra subisce, ma se loro amano quel pianeta come sostengono, allora perché usare dei mezzi così tanto distruttivi?
La risposta che loro danno è che secondo la loro visione, gli esseri umani sono una sorta di cancro per la Terra e l’unico modo per riuscire a liberarla è estirparlo completamente, anche a costo di usare le maniere forti.

20 anni e non è cambiato nulla, anzi
Tokyo Mew Mew nel 2022 ha celebrato il ventesimo anniversario dalla sua nascita, cosa che gli ha permesso di ottenere un nuovo adattamento animato che si poneva come obbiettivo quello di proporre una nuova versione con un character design e delle animazioni più moderne, ma soprattutto di essere più fedele al manga di origine, dato che l’adattamento precedente, per far fronte al progetto di 52 episodi contro i 7 volumi di manga, si era preso parecchie libertà.
Una delle cose che certamente fa riflettere è come nonostante i 20 anni quest’opera sia da considerarsi ancora attualissima, dato che i problemi ambientali denunciati nei primi anni del Duemila non sono stati affatto risolti, anzi al contrario sono addirittura peggiorati, così come dovrebbe far riflettere come anche in questo caso, il pubblico a cui è rivolto l’anime è quello che in realtà necessita di minori sollecitazioni sulla questione. I ragazzi cresciuti negli anni in cui il primo anime era uscito infatti, conoscono molto bene le questioni ambientali, dato che si tratta di una situazione in cui vivono quotidianamente e, anche se effettivamente è giusto ed educativo formare i giovani sull’argomento affinché possano diventare adulti consapevoli, non va certo tralasciato il fatto che in realtà a dover prendere maggiore coscienza sul caso non siano loro ma quelli venuti prima, quelle generazioni nate e cresciute quando di questo non si parlava o non si parlava abbastanza e per colpa delle quali ora siamo arrivati ad una strada senza uscita.
Per quanto sia lodevole scegliere di educare i giovani a diventare dei perfetti cittadini del domani, non va dimenticato che avanti di questo passo, rischiano di non avere nemmeno più un pianeta di cui essere cittadini e di certo la colpa non la si può imputare a loro, dato che appunto, la maggior parte non era nemmeno nata.
Insomma, la nostra società contemporanea è arrivata ad essere una tale parodia di se stessa da arrivare a chiedere ai bambini di risolvere problemi che a quanto sembra gli adulti non sono in grado di risolvere o forse, molto più egoisticamente, non ne hanno voglia.

Tokyo Mew Mewultima modifica: 2023-09-11T18:43:18+02:00da gem-y
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